mercoledì 31 agosto 2016

Artisti salernitani tra gli anni 70 e 80 in mostra al Frac di Baronissi

Da Ottopagine.it - SALERNO

Artisti salernitani tra gli anni 70 e 80 in mostra (tra presenze e assenze significative)


Trenta opere a testimoniare il fermento artistico e la vivacità del dibattito di quegli anni






Baronissi.  Venerdì 5 agosto, ore 19:00, apre al pubblico la mostra#SA.70/80, artisti salernitani fra gli anni Settanta e Ottanta” che propone una selezione di opere della collezione permanente delMuseo-Frac di Baronissi.

La mostra è curata da Massimo Bignardi e Pasquale Ruocco e si fregia di trenta opere di appartenenti alla collezione del Frac, acquisite o date in comodato nel corso delle numerose mostre personali o antologiche promosse ed allestite dalla struttura museale d’arte contemporanea di Baronissi nell’arco di circa quattordici anni. Nei locali della Galleria dei Frati saranno esposte le opere di: Mario Carotenuto, Angelo Casciello,Carlo Catuogno, Franco Cipriano, Silvio D’Antonio, Antonio Davide, Mario Lanzione, Salvatore Liguori, Pietro Lista, Franco Longo, Ugo Marano, Luigi Pagano, Antonio Pesce, Antonio Petti, Ciro Pica, Carmine Piro, Virginio QuartaGiuseppe Rescigno, Angelo Michele Risi, Matteo Sabino, Nicola Salvatore, Paolo Signorino, Ernesto TerlizziGerardo Vangone, Sergio Vecchio, Luigi Vollaro.

Trenta opere, fra dipinti, disegni, incisioni, installazioni e sculture che testimoniano il fermento artistico e la vivacità del dibattito nell’area salernitana tra il decennio Settanta ed Ottanta, con personalità di primo piano che hanno segnato la traccia di quella svolta culturale che in pochi anni ha fatto della città un punto di riferimento, grazie anche alle sollecitazioni innescate dall’attività del neonato Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Salerno, in modo specifico da Filiberto Menna e da Enrico Crispolti al tempo docenti presso l’Ateneo salernitano. Un decennio, quello Settanta, segnato dal confronto dialettico fra varie posizioni; dall’assunzione di una nuovafigurazione declinata ora quale rivisitazione della storia dell’arte, ora come contrappunto ad insorgenze pop, ora quale campo di sperimentazione della fotografia, al neoconcretismo, alle incursioni in ambito concettuale, alle esperienze di riappropriazione urbana, alle azioni performative di partecipazione sociale. Esperienze queste ultime che registreranno la loro affermazione in occasione della X Quadriennale di Roma del 1975.

Momenti, dunque, di ricerca e di riflessione che segneranno una decisa rottura con la cultura cittadina in parte ancora incline, sul finire degli anni Sessanta, agli esiti della pittura novecentesca, a volte con dichiarate impronte popolari.

Redazione Salerno

Nota:

Si diceva nel titolo iniziale "tra presenze e assenze significative". Si presume, quindi, anzi è una certezza, che in tale "mostra storica" siano presenti solo opere (selezionate) di artisti, acquisite dal FRAC di Baronissi, nell'arco di alcuni anni. E gli altri artisti, le cui opere non sono state acquisite, per svariati motivi, che fine hanno fatto?  E' così che si organizza una mostra sugli anni 70/80? In base ad opere di una sola collezione? Ma tale Museo, è pubblico o privato? Vive anche di finanziamenti pubblici? o esclusivamente privati? Le collezioni, a parer nostro, possono essere di tre tipi: pubblica (come proprietà da parte di un museo, che vive di finanziamenti pubblici); privata (come proprietà da parte di un collezionista, o di una Galleria d'Arte, una Fondazione, un'Associazione, etc., etc.); privata (come proprietà dell'artista stesso, o della famiglia dell'artista se è scomparso). 

Domanda: si può organizzare una mostra di tale portata, facendo capo solo ad una tipologia di collezione? 

Dove sono certi nomi, che tra gli altri, hanno segnato un "voltar pagina", tra gli anni 70 e 80? da Nino Tommaso Durante, a Carmine Limatola (Ableo), Angelo Riviello, Donato Vitiello, Alessandro Mautone, Giovanni Canton, Lorenzo Cleffi, Angelo Ermanno Senatore, Eva Rachele Grassi, e altri, che al momento sfuggono...E allora, se un Museo che ha intenzione di organizzare una grande mostra nel contesto di quegli anni, e si basa solo sulle (sue) opere acquisite, vuol contattare questi artisti (intanto esclusi), per chiederle (almeno una) in prestito? Altrimenti come mostra storica (o presunta tale) è MONCA! Non rispecchia "oggettivamente" in toto, l'humus che si respirava a Salerno in quegli anni 70 e 80...A parte il fatto che un contesto così complesso, avrebbe bisogno di altre componenti (non solo di arte visiva), come la critica d'arte (Salerno, come "Scuola di Critica d'Arte": con Filiberto Menna, Angelo Trimarco (tra l'altro, prima docente e poi Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia a indirizzo Storico-Artistico dell'Università di Salerno), Enrico Crispolti, Achille Bonito Oliva, Antonio d'Avossa, (docente all'Accademia di Belle Arti di Brera), lo stesso Massimo Bignardi, e altri come Rino Mele (Cattedra dello Spettacolo dell'Università di SalernoPaolo Apolito (antropologo), etc. la letteratura, la poesia, la fotografia, il teatro, la danza, e perché no, il cinema in super 8 e 8 mm., e i primi tentativi di video-arte...
E poi basti pensare alla Chiena degli anni 80, per caratterizzare ancora di più la storia di un decennio salernitano:
"La Chiena degli anni 80? è stato il più grande atto estetico-rivoluzionario e spettacolare che l'Arte di questi ultimi 30 anni, abbia potuto fare, ad uso e consumo di tutti...che attraverso il recupero, la salvaguardia, e un progetto innovativo di continuità, senza tradire la tradizione, come work in progress, di un'opera d'arte a più mani, ha saputo guardare al futuro,ridando speranza a tutta una comunità duramente colpita dal terremoto!!! 
Quando si dice Campagna, si dice "CHIENA", e quando si dice Chiena, si dice "CAMPAGNA"...(la Civitas Campaniae)..

p.s. sono famose le definizioni poetiche, di Rino Mele, uno dei più grandi teorici, studiosi e poeti.italiani contemporanei"...
(Dal blog di Utopia Contemporary Art, in data 18 agosto 2016)

Per terminare, la nota: una mostra/evento di tale portata, nel ricordare una storia, non possono essere una o due persone a metterla su (ma con la "C" maiuscola) una Commissione (con una sua eventuale direzione artistica, di uno dei componenti, nominato per l'occasione). 


La Direzione Artistica 
(Utopia Contemporary Art)

n.b. Ci sorge spontanea una domanda: ma queste mostre, si fanno per fini commerciali, nel "corteggiare" un "fantomatico mercato dell'arte", o per fini culturali? A leggere la prefazione, e l'articolo, pare che sia quest'ultima tesi (la cultura in un preciso momento storico) a prevalere. Ma dal taglio dato (doppio-taglio), non pare proprio...

http://www.ottopagine.it/sa/cultura/87361/artisti-salernitani-tra-gli-anni-70-e-80-in-mostra.shtml

La pagina di Utopia, in data 21 gennaio 2016:






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